Rugby nel contesto: progettare l’allenamento dei bambini.

Febbraio 10, 2022 0 Di Nadia Fagiolo

Nel precedente articolo, molti di noi si sono trovati d’accordo sulla figura dell’allenatore/educatore di rugby come “costruttore di fondamenta”, come colui o colei che ha la grande responsabilità di dare origine, nei bambini, ai presupposti sui quali sviluppare future abilità sportive e doti umane.

Se proviamo a immaginare di dover costruire le fondamenta di un vero edificio, ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di pianificare le nostre azioni e di passare attraverso alcune fasi.

1. L’analisi geologica.

La prima cosa da fare sarà un’analisi geologica del terreno. Un’indagine che permetterà di avere informazioni importanti sulle caratteristiche del suolo sul quale edificare.

2. Il progetto.

In base ai risultati di questa analisi, si potrà predisporre un progetto, fissando obiettivi rispetto ai risultati desiderati e stimando i tempi necessari per costruire.

3. I materiali costruttivi.

Si procederà a scegliere quindi i materiali costruttivi più adeguati, in base alle loro caratteristiche e a ciò che si vuole realizzare.

4. La realizzazione.

Si potrà quindi attuare il progetto, utilizzando i materiali scelti, facendo attenzione a come disporli, in che proporzioni utilizzarli, con quali tempi e modalità, seguendo il progetto e monitorando se i lavori procedono secondo quanto stabilito.

Nella programmazione sportiva e nella costruzione degli “edifici umani” (soprattutto con squadre di bambini!), queste fasi si avvicendano allo stesso modo.

1. L’analisi geologica = “quale contesto?”

La fase di analisi geologica corrisponde alla fase di osservazione dei bambini e del contesto nel quale si allenano. Dovremmo considerare il termine “contesto” come qualcosa di molto ampio, perché sono molti gli elementi che influiscono sui modi in cui possiamo svolgere la nostra attività:

  • l’ambiente, gli spazi e i materiali: il club di rugby e la sua organizzazione, l’ambiente sociale/culturale/economico in cui il club opera, gli spazi disponibili (campo, palestra, altro), le attrezzature, quanti allenatori/educatori ci sono per ogni squadra, … ;
  • il gruppo squadra: quanti bambini (gruppo poco numeroso/molto numeroso), il grado di socializzazione, le modalità di interazione (Si conoscono già? Come interagiscono?), l’individuazione di sottogruppi, i ruoli all’interno del gruppo (leader/gregari), il grado di partecipazione alle attività, …;
  • i singoli: le caratteristiche fisiche, cognitive, di personalità (tutto ciò che si può rilevare osservando e interagendo con il bambino, o parlando con i suoi genitori e insegnanti), le capacità, le abilità già possedute, le difficoltà, le eventuali disabilità, i comportamenti problematici, il background familiare.

Riguardo alle osservazioni che possiamo condurre sui piccoli giocatori, rimando ad alcuni articoli già presenti qui nel blog, sull’importanza dell’osservazione, e ad alcuni strumenti che possono aiutarci a rivolgere la nostra attenzione sugli aspetti più importanti per ogni categoria: U6, U8, U10, U12, U14.

[N.B. Ho pubblicato questi materiali quando la suddivisione delle categorie era basata sui numeri pari, ma ci si può orientare in base all’età. Ad ogni modo, mi riprometto di aggiornarli al più presto!]

2. Il progetto = “dove voglio arrivare?”

Sulla base delle informazioni ottenute, possiamo stabilire obiettivi nelle diverse aree di sviluppo, identificando prima quelli a lungo termine, per poi “smontarli” in obiettivi a medio termine i quali, scomposti ancora nelle loro parti più semplici, diventano gli obiettivi a breve termine che cerchiamo di raggiungere in una o poche sedute di allenamento. Gli obiettivi più grandi e complessi, che appaiono così lontani nel tempo, sono infatti costituiti da tanti obiettivi più piccoli, più facilmente raggiungibili e osservabili/misurabili.

3. I materiali costruttivi = “che cosa faccio?”

Le attività che proponiamo in allenamento sono i materiali costruttivi dell’edificio. Vanno scelti in base alle loro caratteristiche, all’adeguatezza rispetto all’età dei bambini, al grado di sviluppo (che potrebbe non corrispondere all’età cronologica), alle priorità per ogni categoria, alle reali capacità di ogni bambino. Nei prossimi articoli entreremo periodicamente nel merito di questi “materiali costruttivi”, riferiti nello specifico al rugby (così come abbiamo fatto, ad esempio, per le Capacità sensopercettive). Comprenderne meglio le caratteristiche permette di avere più strumenti che ci permettano di sceglierli con maggiore spirito critico e a seconda delle nostre esigenze. Ogni strato delle fondamenta ha i suoi materiali più adatti da utilizzare!

4. La realizzazione = “come lo faccio?”

Utilizzare le attività che abbiamo scelto implica l’avere idee chiare su come farlo, quindi la capacità di selezionare di volta in volta anche le metodologie più adeguate, a seconda di ciò che vogliamo proporre.

Con un occhio attento a monitorare le varie fasi, potremo renderci conto se il nostro lavoro procede nella giusta direzione o se dobbiamo man mano apportare delle modifiche durante uno dei passaggi.

Arriveremo poi ad una verifica finale del nostro progetto e potremo individuare quali obiettivi sono stati raggiunti e quali no, interrogandoci sui perché, ripercorrendo le varie fasi.

La progettazione delle attività basata sull’osservazione del contesto indica che l’allenatore/educatore possiede una visione. Sa da dove parte, sa dove vuole arrivare e disegna la strada da percorrere.

Senza un’analisi iniziale, la progettazione delle attività non è funzionale, perché è sganciata dalla realtà.

Spesso si impiegano energie e tempo nella ricerca degli esercizi e giochi da proporre ai bambini in allenamento. Accrescere la nostra consapevolezza e la nostra capacità di osservazione rispetto alle caratteristiche tipiche di ogni età, all’allenabilità delle diverse capacità in ogni categoria, alle problematiche che possiamo riscontrare nei singoli individui, ci aiuta a compiere scelte migliori.

Più ne so, più saprò riconoscere cosa fa al caso mio e della mia squadra di piccoli giocatori. Maggiore è la mia consapevolezza, più sarò capace di creare e proporre attività, esperienze, giochi ed esercizi ad hoc, in base alle esigenze dei singoli e del gruppo squadra che alleno.

Per fare questo, la nostra curiosità è fondamentale.

Interessarci a tutto ciò che ruota intorno allo sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi ci nutre di conoscenza, ci fornisce strumenti per leggere la realtà del nostro club, della nostra squadra di piccoli rugbisti, ci arricchisce delle esperienze e delle competenze di altri, per poterle riportare e adattare al nostro contesto.

Ecco perché ritengo molto importante lo scambio e il confronto.

Ringrazio perciò tutti coloro che, come me, creano contenuti e li condividono, perché mi regalano pezzi della loro conoscenza, ma anche coloro che interagiscono con i post e gli articoli o che mi scrivono in privato, perché ogni idea che viaggia ne muove altre mille!

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