La discriminazione cinestesica nel rugby.

Settembre 10, 2021 0 Di Nadia Fagiolo

Regolare bene i movimenti rispetto allo spazio e al tempo, occupare correttamente lo spazio fisico disponibile, assumere e mantenere posizioni esatte, imitare (e dunque apprendere!) nel modo giusto  movimenti osservati…

Soprattutto se si lavora con i gruppi di bambini più piccoli (ma non solo), si possono osservare delle difficoltà nel fare tutto ciò, in risposta a richieste specifiche da parte dell’educatore/allenatore. Questo è “normale”, entro certi limiti, poiché i bambini sono in fase di sviluppo di tutta una serie di capacità e, per questo, è opportuno fornire loro gli stimoli giusti.

Esistono momenti migliori di altri per stimolare certe strutture corporee e certe funzioni, che determinano poi la possibilità di apprendere e perfezionare un’ampia varietà di abilità motorie e sportive in seguito.

L’età infantile è senz’altro uno di quei momenti, per quanto riguarda la costruzione delle “fondamenta motorie”.

Ma, nello specifico, di cosa bisognerebbe occuparsi? Da dove partire? E come si può evitare di tralasciare aspetti importanti, che si rischia di sviluppare solo parzialmente e che difficilmente si potranno recuperare in seguito? Negli ultimi articoli ho parlato di Capacità sensopercettive e oggi analizziamo l’ultima: la discriminazione cinestesica.

Che cos’è?

La discriminazione cinestesica è una capacità che riguarda l’attività di alcuni recettori presenti nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni, detti propriocettori.

Questi recettori inviano segnali al cervello, che consentono di percepire il grado di tensione o di allungamento muscolare, le posizioni assunte dai vari segmenti corporei (consapevolezza degli angoli articolari) e dal corpo nel suo insieme.

L’attività di questo sistema ci permette di:

  • avere consapevolezza dello stato di contrazione dei muscoli e di controllare la forza erogata e la direzione dei movimenti;
  • mantenere l’equilibrio, operando aggiustamenti nelle posizioni dei segmenti corporei;
  • avere un’immagine mentale del nostro corpo nello spazio;
  • essere consapevoli dei movimenti eseguiti, sia con l’intero corpo, sia con le sue singole parti.

A differenza di altri analizzatori (visivo, uditivo, tattile), quello cinestesico permette di recepire informazioni provenienti dall’interno del nostro corpo, anziché dall’ambiente esterno.

Percepirsi correttamente “da dentro” consente di “guidare bene” il corpo nell’esecuzione dei movimenti, anche a seconda di variabili esterne che intervengono (pensiamo alle variabili esterne in una partita di rugby…).

Come interviene questa capacità nel rugby? Perché lavorare sullo sviluppo della discriminazione cinestesica?

Per diversi motivi:

  • sviluppo dell’immagine mentale del corpo nello spazio (schema corporeo), sia da fermo, sia in movimento;
  • sviluppo degli schemi motori;
  • sviluppo coordinativo;
  • sviluppo delle abilità motorie;
  • sviluppo delle abilità sportive specifiche.

Il rugby richiede velocità nei movimenti, ma anche precisione negli stessi. Due richieste che appaiono in conflitto tra loro.

La gestione di questo “conflitto” si basa sull’utilizzo delle informazioni provenienti dall’esterno e dall’interno del corpo, per emettere risposte motorie il più possibile funzionali e adeguate.

Infatti, sulla base delle percezioni (interne ed esterne al proprio corpo), i bambini possono elaborare e attuare azioni durante il gioco, che saranno via via sempre più efficaci e sempre più facili da eseguire (potremmo anche dire “più economiche” poiché, con la pratica, queste comporteranno realmente un minore impegno psicofisico).

Questo sarà il presupposto per l’apprendimento di nuove abilità, sempre più complesse.

Come sviluppare la discriminazione cinestesica?

Come per le altre capacità sensopercettive, è necessario ridurre o inibire l’attività di alcuni analizzatori, per favorire l’utilizzo di quelli che vogliamo stimolare maggiormente.

In questo caso, riducendo o eliminando le informazioni provenienti dalla vista (che i bambini impiegano naturalmente in maniera prevalente nell’attività che proponiamo), possiamo enfatizzare le informazioni provenienti dal tatto, dall’apparato vestibolare e dai propriocettori.

Alcuni esempi sono le attività da svolgere a occhi chiusi, bendati, o con un solo occhio aperto:

  • camminare avanti, indietro, lateralmente, cambiare direzione al segnale dell’educatore;
  • camminare in quadrupedia (appoggio mani e piedi a terra), con le stesse variazioni di cui sopra;
  • saltare sul posto o con spostamento avanti, indietro, laterale, o con rotazione su se stessi, su due piedi o su un piede solo;
  • rotolare a terra, con e senza palla in mano;
  • spostarsi in uno spazio predefinito (es. labirinto);
  • lanciare in alto la palla da rugby e riprenderla;
  • guardare la posizione di un compagno, chiudere gli occhi e passargli la palla;
  • osservare lo spazio disponibile, chiudere gli occhi e andare a posizionarsi dove richiesto (ad esempio, all’interno di un cerchio posto a terra);

Dal punto di vista metodologico, è fondamentale creare un ambiente di apprendimento che favorisca il divertimento, le emozioni positive e la relazione con gli altri, per cui queste attività possono essere inserite nei giochi che si propongono.

È inoltre importante stimolare i bambini a riconoscere le loro percezioni e a denominarle, raccontando “cosa hanno avvertito”.

Quando iniziare questo tipo di attività?

È importante iniziare presto, già nella categoria Under 5, partendo da attività generali e ludiche.

Nelle categorie successive, si possono introdurre sempre più richieste aderenti al gioco del rugby e sfruttare molto la manipolazione della palla.

Il lavoro sulle capacità sensopercettive va promosso in età infantile, con varie proposte e attività, in particolar modo nei bambini più piccoli poiché, come abbiamo visto, tutti gli apprendimenti motori seguenti avranno come base proprio queste capacità, che intervengono nell’acquisizione delle informazioni necessarie per elaborare poi le risposte motorie.

Un esempio.

L’attività scaricabile in fondo all’articolo ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo della discriminazione cinestesica, insieme a obiettivi relativi all’area della comunicazione (verbale e non verbale), affettivo-reazionale e sociale.

La proposta è adeguata dalla categoria Under 7 in su e richiede qualche attenzione da parte degli educatori rispetto alle modalità di guida del compagno bendato, che deve svolgersi in sicurezza.

Il file è scaricabile cliccando sul pulsante di download qui sotto e si trova, insieme alle altre proposte, anche nell’area Download del blog.

Buon allenamento!

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