Sviluppare la creatività tattica nel rugby di base

Giugno 19, 2020 0 Di Nadia Fagiolo
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La creatività tattica negli sport open skill, come il rugby, può essere definita come la capacità di generare diverse soluzioni, definibili come originali, insolite, ma nello stesso tempo efficaci, in situazioni di gioco non predefinite e dunque non prevedibili, tipiche proprio dei giochi di squadra. Tale capacità riveste un ruolo rilevante nello sport di alto livello e contraddistingue quegli atleti che di solito vengono definiti “talentuosi”.

La creatività tattica rappresenta infatti una delle caratteristiche che possono differenziare un atleta di alto livello dagli altri ed è una delle componenti che vengono prese in considerazione nei sistemi di selezione e sviluppo dei talenti nello sport.

La creatività è prima di tutto espressione di capacità cognitive, che si manifestano poi nelle abilità motorie inserite nella situazione di gioco al momento opportuno, in funzione dello scopo da raggiungere e del “problema da risolvere” in campo.

Le funzioni cognitive di cui la creatività è evidente espressione sono il pensiero divergente e la flessibilità cognitiva.

Il pensiero divergente è la capacità di trovare nuove modalità di approccio a un problema da risolvere, generando soluzioni originali e creative. Quando un problema presenta più di una soluzione possibile, il pensiero divergente consente di esplorare le varie alternative e di produrre nuove idee, adottando strategie diverse da quelle abituali, non seguendo schemi di pensiero rigidi e consueti. Il pensiero divergente rappresenta proprio ciò che comunemente si definisce creatività o originalità.

La flessibilità cognitiva è strettamente legata al pensiero divergente, poiché rappresenta la capacità di adattarsi ai cambiamenti, generando nuove soluzioni e azioni, in base alle circostanze. Questa capacità consente di produrre nuovi modelli di comportamento efficaci quando le condizioni ambientali circostanti mutano e quando perseverare nell’applicazione di uno schema di comportamento rigido sarebbe svantaggioso o addirittura dannoso.

Una buona flessibilità cognitiva permette quindi all’individuo di adattarsi ai cambiamenti, ma anche di negoziare per giungere ad intese comuni, di tollerare gli errori propri e altrui e rimediarvi, rappresentando perciò anche una funzione importante per le abilità relazionali e sociali. Tale capacità assume inoltre un ruolo di rilievo, sia in età evolutiva che adulta, per gli apprendimenti e la capacità di problem solving, in tutti i contesti di vita quotidiana.

Ecco, quindi, uno degli esempi di come lo sport sia importante per lo sviluppo dell’individuo, soprattutto uno sport come il rugby, che richiede costantemente l’esercizio di tali capacità, ancor di più se insegnato in coerenza con i concetti appena illustrati.

Infatti, le capacità cognitive che possiamo sviluppare nei bambini attraverso il rugby non trovano applicazione solo nell’ambito sportivo, ma sono trasferibili a molte altre situazioni, anche nella vita adulta.

Per generare idee originali nel contesto sportivo (e consentire poi che questa capacità si sviluppi e si ampli ad altri campi della vita), è importante proporre a bambini e ragazzi esperienze di gioco di diverso tipo.

I bambini impareranno a pensare alla possibilità di risolvere problemi trovando una varietà di soluzioni in modi nuovi e personali.

Per fare ciò, utilizzeremo situazioni di gioco anche molto diverse da quelle tipiche dello sport prescelto (nel nostro caso, il rugby).

La partecipazione a differenti tipologie di giochi/sport sembra avere un’influenza positiva sulla trasferibilità di abilità cognitive (come l’attenzione e la già citata flessibilità cognitiva, ma anche molte altre) e sullo sviluppo della creatività tattica (questa, invece, strettamente legata al contesto sportivo, che consentirà al bambino di crescere come atleta ed eventualmente di raggiungere anche alti livelli di performance da adulto).

Studi condotti su atleti di alto livello sottolineano che i giocatori più creativi hanno avuto la possibilità di provare sport diversi in giovane età, sviluppando così una vasta esperienza di movimento, al contrario di atleti meno creativi.

L’idea di proporre ai bambini giochi e attività anche molto lontani dalla motricità tipica del rugby può rendere perplessi, preoccupare o in qualche modo “spaventare” gli allenatori, oppure suscitare dubbi nei genitori, che portano i bambini a praticare il rugby e si trovano ad osservarli mentre svolgono attività che sembrano non aver proprio nulla in comune con esso. Tali attività contribuiscono, invece, a costruire un bagaglio motorio, cognitivo e affettivo inestimabile, sul quale fondare numerosi successivi apprendimenti. È realmente come costruire le fondamenta di un edificio!

Per lo sviluppo della flessibilità cognitiva e del pensiero divergente, il numero e la varietà delle esperienze effettuate (in questo caso esperienze motorie) determinano l’ammontare del materiale da cui attingere per generare soluzioni anche in altri campi della conoscenza e dell’apprendimento.

Alcune ricerche hanno rilevato significativi miglioramenti nella creatività tattica in bambini nella fascia di età tra i 7 e i  10 anni. Sembra che dopo l’infanzia l’effetto delle attività di allenamento per lo sviluppo della creatività tattica diminuisca, sebbene sia ancora presente.

È dunque opportuno inserire sistematicamente, nell’allenamento, giochi e attività che stimolino questo tipo di capacità. A tale scopo, l’allenatore può fare uso di molte risorse diverse, arrivando anche a sovvertire completamente la motricità abituale del rugby, come nel gioco proposto nella scheda-attività scaricabile allegata.

In questo gioco, le “abitudini motorie” tipiche del rugby sono volutamente stravolte… ed è proprio ciò che viene ricercato, per promuovere lo sviluppo di flessibilità cognitiva, pensiero divergente, creatività tattica, adattamento motorio.

Possono essere individuate le caratteristiche che lo rendono adatto per tali finalità:

  • si gioca dal suolo, anziché in piedi;
  • le mani, solitamente impiegate come strumenti per trattenere o passare la palla, sono utilizzate come appoggi per ottenere stabilità e consentire al resto del corpo di eseguire un movimento finalizzato ad uno scopo;
  • i piedi, normalmente usati come appoggi, sono impiegati come strumenti per giocare, con funzioni di controllo della palla o di vera e propria “prensione” (è inusuale, per un piccolo rugbista, utilizzare i piedi come parte del corpo prensile o per spostare oggetti dovendo imprimere una direzione e una forza ben definite);
  • si gioca senza scarpe, per una migliore propriocettività.

Inoltre, questa attività:

  • stimola l’utilizzo della muscolatura del tronco (core) e degli arti superiori come stabilizzatori;
  • promuove la collaborazione tra i componenti del gruppo-squadra;
  • incoraggia la comunicazione tra i membri del gruppo.

Si tratta di un’attività che può essere proposta dall’Under 8 in su e che soddisfa, almeno in parte, la necessità di contatto fisico (vietato in questo periodo, nel rispetto del protocollo di prevenzione del contagio da COVID-19), poiché prevede il contatto con il suolo.

La scheda-attività “Biliardino seduti” è scaricabile qui sotto.

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BIBLIOGRAFIA

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